Sul lavoro di gruppo

Le seguenti riflessioni avranno per oggetto le comunità di tipo familiare orientate psicodinamicamente.

In particolare, ci proponiamo di mostrare come esse possano rappresentare dispositivi di aiuto atti a favorire i processi di psichizzazione, lavorando sulle cause della sofferenza e riportando quest’ultime a dinamiche inter ed intrapsichiche.

La casa famiglia è una metafora dell’esperienza familiare in cui la scena ha una apertura necessariamente concreta in quanto lo psichico dei nostri ragazzi soffre il peso di una forza che slega e della conseguente impossibilità a rappresentare (pensare). La cura si svolge in una cornice collettiva che coinvolge tanto gli operatori quanto gli ospiti all’interno della quale, in una dimensione di compartecipazione, si possono recuperare nuove narrazioni di sé.

La comunità nel suo insieme può essere concepita come un campo mentale complesso che si articola in più territori mentali, diversi gruppi, confinanti e sovrapposti: ciò che è possibile in un campo può arricchirsi e trasferirsi negli altri. Allo stesso modo, le problematicità di un campo possono migrare ed acquisire forma in un altro dei territori mentali della comunità.

La cura nella comunità può essere perciò pensata come cura dei gruppi che la abitano e come loro manutenzione costante. Nella dimensione gruppale sono possibili regressioni che permettono la condivisione della frammentarietà e che innescano un primo processo trasformativo volto ad ampliare l’esperienza psichica sul piano rappresentazionale.

Tutto il lavoro nelle comunità ad orientamento psicodinamico si declina nel senso della gruppalità e tutto ciò che accade viene sottoposto al vaglio del lavoro del Gruppo operatori nel contesto di incontri col supervisore, vera fucina dinamica della officina comunità psicodinamica.

Durante gli incontri di supervisione, tutto l’accaduto viene letto in termini di fenomeni transferali e controtransferali: l’attenzione si focalizza quindi sugli affetti scissi e proiettati da parte dei ragazzi su adulti che li intercettano coi propri recettori affettivi e si fanno da tali affetti avvicinare, creando di fatto un insieme psichico disomogeneo e disarticolato che rappresenta la proiezione del mondo interno di ciascun ragazzo e del gruppo ragazzi nel mondo interno di ciascun operatore e in quello del Gruppo operatori.

Quindi inizia il lavoro atto a dotare di significati i fenomeni affettivi che si evidenziano, svolto dal supervisore in intima connessione col Gruppo operatori. Nel tempo, tali significati e le risorse psichiche del gruppo dinamico degli operatori costruiscono un grande mosaico dinamico, un sistema che lega tutto e ripetutamente compone ciò che era instabile, conferendogli stabilità.

Tali passaggi sono precipitati in momenti gruppali e nella loro concretezza si manifesta la portata della cura. Le possibilità di stabilire legami, sempre esclusivamente emergenti dall’esperienza, risale la china della rappresentabilità, attraverso un continuo processo nel quale le gruppalità si approssimano. L’esperienza indicibile del dolore trova quindi nel gruppo degli operatori un luogo psichico (Lupinacci, Biondo 2015).

Ciò accade in cucina, dopo cena, nelle notti popolate dì fantasmi, dando due calci al pallone o la mattina quando suona la sveglia.

Attraverso la ripetizione ciclica di tale esperienza il gruppo gradualmente evolve e passa dal gruppo anonimo dell’Orda al gruppo civile: inizia cioè a pensare e non più agire.

La comunità familiare ad orientamento psicodinamico si presta quindi ad essere luogo di rappresentazione metaforico e metonimico degli affetti originari degli assistiti. I ragazzi trasferiscono sugli operatori aspetti rudimentali del loro psichismo e gli operatori si offrono come oggetto concreto di transfert multipli. Lentamente attraverso nuove identificazioni la storia passata si lega a quella presente; si creano così scenari e rappresentazioni inedite, che per i bambini ed i giovani in difficoltà diventano significanti ed acquisiscono una funzione di guida nei complessi meandri della psiche e della sofferenza.

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