Cominciamo col dire che non esistono solo le grandi città. Negli anni la nostra casa famiglia ha potuto apprezzare la tranquillità, la ricchezza e la generosità della vita di provincia. Non lo diciamo solo da un punto di vista dell’economia dell’esistenza di ciascuno. Vivere in provincia ha i suoi aspetti positivi e negativi, come tante altre cose. Lo diciamo da un punto di vista prettamente economico.
L’economia è una bella cosa, dalle origini profonde. Per economia – dal greco οἶκος (oikos), “casa” inteso anche come “beni di famiglia”, e νόμος (nomos), “norma” o “legge” – si intende sia l’organizzazione dell’utilizzo di risorse scarse (limitate o finite) quando attuata al fine di soddisfare al meglio bisogni individuali o collettivi, sia un sistema di interazioni che garantisce un tale tipo di organizzazione, sistema detto anche sistema economico (da Wikipedia).
La provincia può essere un investimento, una risorsa. Ha un territorio spesso dimenticato, ma che ad un approccio di maggiore vicinanza, mostra subito tanti vantaggi. Ad esempio il turismo. Il territorio della Tuscia viterbese e dell’alto Lazio è ricco di storia, di cultura e di natura. Le amministrazioni comunali, le aziende che vivono il territorio possono sfruttarlo come se non ci fosse un domani. Oppure viverlo nel rispetto della natura e delle tradizioni e investire su tempi lunghi.
Se ti muovi in questo senso è però necessario un pensiero, ovvero un’attesa che non renda subito consumabile ciò che si ha di fronte. La natura e le tradizioni hanno bisogno di un tempo, per essere conosciute e godute in pieno. Un pensiero porterebbe tutti noi a sostare un momento su ciò che si fa, ad incuriosirci e magari ad approfondire il contesto nel quale si abita. Il passaggio successivo allora sarebbe quello di condividere ciò che si è scoperto, senza annunci sensazionali o spot pubblicitari, ma con sobrietà e facendo nascere lo stesso interesse. Altre persone verrebbero a dare un’occhiata a questo posto splendido di cui parliamo. Puoi farti una passeggiata a piedi ad esempio tra Barbarano e Canale Monterano, scoprendo che per chilometri e chilometri non c’è traccia d’uomo. Sono luoghi quelli dove è facile trovare ancora resti etruschi, senti la storia ad ogni passo, dove la vacca maremmana, allo stato brado, decide se farti passare o meno su una strada bianca. Perché quello è il suo territorio e non il tuo. A Canale trovi le vecchie rovine di Monterano, sorgenti sulfuree in un paesaggio incontaminato, ricci, volpi e altri animali che sono di casa tra quei boschi.
Che vuol dire investire su tutto ciò? Vuol dire portare gente a conoscere questi luoghi incantati, senza doverli consumare, ma con curiosità e meraviglia, attraverso la condivisione di valori. A piedi o in bicicletta perché qui la natura è cultura. Può sembrare inattuale, ma si sposa pienamente con ciò che la modernità definisce “sostenibile”.
Non è nostra intenzione fare un elenco delle bellezze del territorio, il quale sarebbe veramente troppo lungo, ma soprattutto ci farebbe sembrare un’agenzia di turismo. Noi siamo una ONLUS che si occupa di adolescenti. Ci muovono passione e curiosità, sappiamo quanto sia importante l’esperienza nell’apprendere e come gruppo condividiamo dei valori, come ad esempio il rispetto per il nostro territorio. La nostra casa (οἶκος).
Abbiamo pensato che un bel modo di condividere con più gente possibile questa nostra passione fosse creare partecipazione e condivisione lungo un piccolo viaggio. Così la prossima settimana potrete vedere sulla nostra pagina Facebook pubblicate molte foto di un itinerario percorso in bicicletta tra Siena e Roma lungo l’antica via Francigena. Vedrete paesi, valli, boschi, resti di antiche civiltà, bestie, uomini e dei che hanno vissuto e vivono in quel territorio che fu etrusco e che Sigerico attraversò come ultima parte del suo percorso prima di arrivare a Roma. Dopo di lui nel medioevo lungo quella via di pellegrinaggio iniziò a svilupparsi una coscienza europea e la prossima settimana sarà attraversato anche da noi.
Forse è un po’ insolito che ad avventurarsi in un tale impresa sia una ONLUS che si occupa di adolescenza… cosa c’entra il sociale? Cosa l’aiuto ai ragazzi? C’è forse un investimento da parte nostra in un progetto di ricerca di fondi? Quale coerenza in queste azioni?
Niente di tutto ciò c’entra e soprattutto sarebbe sbagliata la prospettiva.
Crediamo che girare il mondo in bicicletta, riscoprire con lentezza e curiosità la natura e la storia dei luoghi nei quali viviamo renda il mondo migliore. Condividerlo è un gesto semplice che forse creerà in altri la ricerca di un’esperienza simile. Siamo forse degli inguaribili idealisti? È probabile. Ma senza perdere concretezza speriamo anche che da tanti piccoli gesti nasca una maggiore sensibilità delle amministrazioni pubbliche, di chi nel viterbese ha soldi e li investe, tra le aziende, tra le donne e gli uomini che amano questi posti. Speriamo… ma siate certi che come sempre abbiamo fatto ci faremo anche sentire.
I pensieri del Funambolo non si limitano ad un’interpretazione ristretta, minima e rapace del termine casa, ma ad una prospettiva il più ampia possibile che coinvolge tutti noi.
Dunque seguiteci.
Volgiamo lasciare ai nostri ragazzi, ai nostri figli un mondo migliore rispetto a quello attuale. È una questione di responsabilità. Siete tutti coinvolti!