Dubbio e certezza. Nella vita bisogna pur avere qualche certezza… e bisogna pur essere capaci di dubitare… e dunque?
Vogliamo fare una veloce ricognizione su questi due concetti, considerandoli non dal punto di vista logico, ma come fossero due diverse modalità di organizzazione. qualcosa che ha profondamente a che fare con la nostra anima, con l‘esistenza.
Chi cerca certezze? La nostra coscienza è perennemente in cerca di certezze. Di qualcosa che sia indiscutibile e e saldo. L‘essere della cosa che è e che non è possibile che sia altrimenti che così com‘è.
io sono una persona attiva. io non cedo all‘odio. Ho molti amici, sono socievole. La mia giornata inizia alle sette. La tua mezz‘ora dopo. Dio esiste e mio padre fa l‘architetto.
Le certezze sono vitali, ma mai quanto lo è il dubbio.
Nell‘inconscio non c‘è tempo, non esiste contraddizione. L‘inconscio è l‘essenza del dubbio, visto che non c‘è permesso di soggiorno per la rigidità della cosa, per la sua irrimediabile univocità. Le sue strade non sono mai a senso unico insomma.
E come fa dunque la coscienza a tollerare un vicino di casa così anarchico?
Perché su questa vicinanza si gioca la felicità.
L‘evoluzione di un anima si gioca su quanto può tollerare la rappresentabilità e la possibilità del dubbio.
Perché se partiamo dal principio di piacere una cosa non sarà mai solo quella che è.
Io ti voglio bene. E‘ vero! Ma quando tu non sarai con me, quando il mio piacere non troverà la sua meta, il soddisfacimento… allora io ti ucciderò, ti vorrò male e mi occuperò molto di te, ti starò vicino… perché in un‘altra stanza chiusa in realtà sto bramando la tua fine.
Faticoso!
E in che luogo avviene la fatica di questa battaglia fra certezza e dubbio? Nel preconscio, dove l‘inconscio contatta, confina, sfiora o esonda in un organizzazione più evoluta, la coscienza. Nel preconscio si forma il pensiero in poche parole, perché le rappresentazioni di cose vengono legate con le rappresentazioni di parole (vedi il sogno).
E se facciamo un passo oltre… oltre nel senso di un limite che non c‘è… il funzionamento psicotico è proprio quello che più ha bisogno di certezze, più fragile, che vive di assoluti e di un cuore totalitario nei confronti della realtà. Tanto che se queste verità assolute non ci sono, ci sarà pur sempre il delirio.
Portiamo dunque ad un ragionevole e sapiente dubbio nel nostro lavoro. Alla capacità di tollerare il dubbio.
Tanto più che Epoché si traduce proprio con dubbio…