Faccio seguire una breve sintesi di un articolo di Winnicott come riflessione per la serata del comitato scientifico.
L’odio nel controtranfert
D.W.Winnicott
Il tema è quello dell’ambivalenza.
W. prende come riferimento l’analisi degli psicotici. Nella cura l’odio dell’analista deve essere riconosciuto e cosciente. Come se l’analista stesso dovesse essere analizzato.
I malati di mente (la sofferenza mentale) coinvolgono coloro che li assistono in modo eccezionale e grave. Ci si carica di un fardello emozionale che ha una sua propria natura.
Bisogna rendersi conto che per quanto si ami il paziente l’odio e la paura faranno parte del rapporto con queste anime.
Fenomeni di controtranfert:
- Anormalità del controtransert dei sentimenti e dell’identificazioni che sono rimosse dall’analista.
- identificazioni e tendenze che riguardano le scelte personali di vita dell’analista.
- Controtransfert autenticamente oggettivo, amore e odio oggettivamente osservabili.
Nella cura di psicotici e delle tendenze antisociali dobbiamo tenere conto delle reazioni oggettive nei confronti del paziente. Questa sarà una parte importante della cura stessa.
Il paziente apprezza nell’analista solo ciò che egli stesso è in grado di sentire.
Dunque per lo psicotico, per il quale odio e amore coincidono, vale lo stesso discorso. Ovvero penserà che anche chi si prenda cura di lui abbia questo primitivo funzionamento . E se l’analista lo ama sarà certo che lo ucciderà.
Questa coincidenza implica una carenza ambientale nell’epoca delle prime pulsioni istintuali verso l’oggetto. Dunque sarà bene che non si neghi l’odio che è giustificato, se poi è questa la posizione in cui si è collocati, ma è anche bene che poi sia utilizzato.
Quindi importante sarà cogliere le cose più primitive di noi stessi.
C’è una grande differenza nell’analisi ( ma per noi in casa famiglia è lo stesso, se non esponenzialmente più vero!) tra quelle persone che hanno avuto esperienze soddisfacenti nella primissima infanzia e quelle che invece che invece ne hanno avute di così complicate che siamo noi i primi nella loro vita a rivestire questo ruolo ambientale.
“Per il nevrotico il divano, il calore ed il benessere possono simbolizzare l’amore materno; per lo psicotico sarebbe più esatto dire che queste cose sono l’espressione fisica dell’amore dell’analista.”
Nelle situazioni normali l’odio dell’analista rimane latente. Con gli psicotici questo odio ugualmente rimarrà latente ma a costo che l’analista ci lavori sopra. Ci sono anche dei momenti in cui l’analisi richiede l’espressione di un odio oggettivo altrimenti il paziente non potrà mai permettersi un amore oggettivo.
L’ipotesi che fa W. è che la madre odi il bambino prima che il bambino odi la madre e prima che il bambino passa sapere che la madre lo odia.
Lo psicotico non potrà tollerare il suo odio nei confronti dell’analista finché questo non sarà capace di di odiare il paziente.
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