L‘inconscio – dalla metapsicologia freudiana.
Giustificazione
Freud inizia a parlare del diritto di ammettere l‘esistenza di una psiche inconscia e di poter lavorare scientificamente in base a questa ipotesi. Prove dell‘esistenza dell‘inconscio. Ci sono degli atti psichici che possono essere spiegati solo presupponendo altri atti che non sono testimoniati dalla coscienza.
Il punto è che molte idee o atti sono elaborati non dalla coscienza e non si possono attribuire ad essa.
Qui F. parla degli atti mancati, dei sogni, dei sintomi, delle idee improvvise e di una certa creatività.
Ciò che chiamiamo sapere cosciente si trova per lunghi periodi in uno stato di latenza, di inconsapevolezza psichica. Diventa ad esempio incomprensibile la critica all‘esistenza dei processi inc. se si considerano tutti i nostri ricordi. Infatti un ricordo latente è il residuo inequivocabile di un processo psichico. L‘ipotesi che tutto inizia e finisce nella coscienza sembra essere dunque solo una convenzione che non fa procedere di molto la ricerca.
Gli atti psichici latenti hanno dunque un carattere psichico e si differenziano dalla coscienza proprio perché in quegli atti possiamo dire che manca la coscienza.
E‘ come se tutti gli atti che osservo in me, ma che non sono attribuibile alla mia vita psichica cosciente, dovessero essere attribuiti ad un‘altra persona. Ma questa ipotesi che si basa su un‘inferenza non ci porta logicamente alla scoperta dell‘inconscio, ma di un‘altra coscienza dentro di noi. Gli atti psichici di cui parla F. non sono un‘altra coscienza, ma si caratterizzano proprio in base al fatto di non avere gli attributi della coscienza.
Paragonare la conoscenza del mondo esterno tramite gli organi di senso con quella del mondo interno. Freud, seguendo Kant, ci dice che non è lecito mettere la coscienza al posto del processo psichico inconscio che invece ne è l‘oggetto. Così come la conoscenza del mondo esterno è trasformata dalla percezione soggettiva e la cosa in sè rimane inconoscibile. Così anche la realtà psichica non è tale e quale ci appare, anche se l‘ggetto interno è più conoscibile di quello esterno.
I diversi significati dell‘inconscio e il punto di vista topico.
Il non essere conscio è solo uno degli aspetti dello psichico ma che non esaurisce l‘intero psichico. L‘inconsncio contiene atti latenti che sono solo temporaneamente inconsci e che non differiscono in nulla da quelli consci e processi rimossi che si discostano da quelli consci.
Un atto psichico attraversa due fasi tra le quali è interpolata una specie di controllo: censura.
Nella prima fase l‘atto è inconscio e appartiene al sistema inc. se la censura non lo fa passare si dice che è rimosso e rimane nell‘inc. Se supera questa prima fase entra nella seconda e fa parte del sistema C.
Ma ancora non ha un rapporto univoco con la coscienza. Dunque a patto che intervengano determinate condizioni esso può diventare oggetto della coscienza, senza particolari resistenze. Per ora è ancora in grado di diventare coscienza. Questa capacità di coscienza prende nome preconscio (Prec.)
Topica dei processi pischici, nella quale si indica per qualsiasi atti psichico entro quali sistemi esso si svolge.
Due ipotesi:
1.passaggio di una rappresentazione dal sistema inc a C come passaggio di luogo (la rappresentazione è trascritta nuovamente e rimane in entrambi i sistemi)
2.passaggio della rappresentazione come cambiamento meramente funzionale.
Ma parlare ad un paziente di una sua rappresentazione rimossa, farla entrare nella coscienza, non cambia niente. La rimozione rimane fino a quando la rappresentazione non è legata ad una traccia mnestica inconscia.
Forse queste due ipotesi sono inadeguate.
(E‘ interessante lo schema di Tito sulla rappresentazione inc di cosa e la rappresentazione di parola. E‘ la parola il legame fra rappresentazione e traccia mnestica. Deve comunque esserci una pulsione che si rende alla parola e si fa affetti)
Sentimenti inconsci
Ci sono rappresentazioni inconsce. Ma ci sono anche pulsioni e sentimenti inconsci?
Una pulsione non può mai diventare oggetto della coscienza, mentre solo l‘idea che la rappresenta lo può. Ma anche nell‘inc. la pulsione è ancorata ad una rappresentazione. Se non fosse sotto forma di un qualche affetto non sapremmo nulla su di essa.
Può anche capitare che un impulso affettivo sia percepito, ma misconosciuto. La rimozione di ciò che lo rappresenta l‘ha costretto a congiungersi a un‘altra rappresentazione.
Qui diciamo che l‘impulso affettivo è inconscio, ma non è l‘affetto ad essere inconscio, mentre è stata invece rimossa la sua rappresentazione. L‘uso del termine “affetto inconscio“ si riferisce piuttosto ai destini nei quali è incorso il fattore quantitativo della pulsione in seguito alla rimozione. Questo destino può essere di tre tipi. O l‘affetto rimane immutato – o si trasforma in qualcosa di diverso qualitativamente; angoscia – oppure esso viene represso e il suo sviluppo bloccato.
Ogni volta che la rimozione riesce a reprimere un affetto noi diciamo che quell‘affetto è inconscio. Un affetto inconscio è in qualche modo solo una possibilità, qualcosa che non ha potuto dispiegarsi, mentre una rappresentazione rimossa rimane tale e quale nel sistema inc.
Questo diviene importante se consideriamo che in un individuo normale il sistema C. controlla l‘affettività e la motilità. Sebbene la padronanza dello sviluppo affettivo sia comunque meno salda. E‘ come se nella vita i due sistemi C e inc si combattessero una guerra per il controllo del mondo affettivo. In questo caso è molto importante quel territorio di confine che è il Prec. In linea di massima la regola è questa: un affetto non si esprime finché non è riuscito a conquistarsi qualcosa di nuovo che lo rappresenti nel sistema C.
Topica e dinamica della rimozione
Dunque la rimozione è un processo che si riferisce alle rappresentazioni poste al confine fra inc e Prec.
La rappresentazione rimossa conserva la sua capacità di azione nel sistema inc e dunque avrà pure conservato il suo investimento. Dunque cosa gli è stato propriamente sottratto? Ciò ce cambia è che viene meno un investimento preconscio. Sembra tra l‘altro che la rappresentazione non venga ri-trascritta, ma ci sia una trasformazione degli investimenti (ipotesi funzionale).
Ma se la rimozione è originaria, cioè una rappresentazione che non ha mai ricevuto nessuna forma di investimento dal prec… cosa succede? E soprattutto perché la rapresnetazione allora non prova all‘infinito a uscire dall‘inc se comunque viene da questo sempre ri.investita?
Freud fa l‘ipotesi di un controinvestimento con il quale il sistema prec si difende dall‘assalto della rappresentazione inconscia. Qui si aggiunge un altro punto di vista oltre a quello topico e dinamico, quello economico che osserva le quantità di energia in uso e in movimento.
Isteria d‘angoscia:
L‘angoscia compare senza che il soggetto se ne accorga e possa dire da cosa proviene. C‘era un impulso amoroso che cercava di introdursi nel sistema prec. ma l‘investimento del sistema prec appunto se ne è ritirato. Dunque l‘investimento libidico inconscio della rappresentazione è stato risospinto nell‘inc e si è scaricato sotto forma di angoscia. Invece l‘investimento fuggitivo (quello del prec) si è diretto verso una rappresentazione sostitutiva. Questa rappresentazione sostitutiva nel C si pone a garanzia della rappresentazione rimossa.
Il processo i rimozione deve ora inibire l‘angoscia derivante dalla formazione sostitutiva. Avviene così che tutta la zona associata con questa rappresentazione sostitutiva viene ora investita di un investimento particolarmente intenso di modo che se vengono eccitati punti periferici di questa struttura l‘angoscia che ne deriverà fungerà da campanello di allarme per impedire nuove angosce. Questi punti periferici proteggono la rappresentazione sostitutiva dagli eccitamenti, ma mai dalle pulsioni che arrivano dalla connessione con la rappresentazione rimossa. Questa struttura si chiama fobia.
Dunque il sistema C ora previene l‘attivazione della rappresentazione sostitutiva mediante il controinvestimento dell‘ambiente che la circonda, così come prima si era garantito dalla comparsa della rappresentazione rimossa tramite il controinvestimento della rappresentazione sostitutiva. Ciò che Freud ci fa notare è che continua il processo di formazione di sostituti mediante spostamento.
Tutto ciò è come se fosse un muro rispetto all‘influenza dell‘inconscio. E ci fa notare come attraverso qeusto meccanismo di difesa si è proiettato all‘esterno il pericolo pulsionale. La libertà personale viene sacrificata, ma il meccanismo di rimozione riesce in qualche modo ad arginare l‘angoscia.
Nell‘isteria di conversione invece la rappresentazione rimossa si trasforma in sintomo.
Come nella rappresentazione sostitutiva, anche il nel sintomo troviamo insieme l‘espressione della meta del moto pulsionale da un lato e dall‘altro i meccanismi difensivi e punitivi del sistema C.
Nella nevrosi ossessiva il controinvestimento del sistema C viene in primo piano con molta evidenza. Esso provvede alla prima rimozione e diventa il punto attraverso il quale si fa strada la rappresentazione rimossa.