Country Road diary 1

Canale – Barbarano – Civitella Cesi – Monte Casella – Vejano – Capranica

Vi iniziamo a raccontare il giro solito che da Capranica ci porta “in to the Wild”.

La casa famiglia è posta appena fuori dall’abitato di Capranica, sulla Cassia. Parallela alla consolare romana passa la strada doganale oriolese, una bellissima strada bianca che possiamo prendere dall’incrocio di Vico Martino. La doganale ci porta fino alla zona della stazione, attraversando un’area agricola e residenziale. Lì troviamo bellissime ville e tanti noccioleti. Non è raro vedere degli scoiattoli che diffidenti scappano appena sentono il rumore delle ruote sullo sterrato.

Ma la cosa più emozionante è che questa parte di tracciato è a sua volta parte della via Francigena. Ad ogni metro puoi pensare che alle tue spalle hai Caterbury e davanti a te Roma e che da più di un millennio pellegrini coraggiosi la percorrono sognanti. Chissà se un giorno la percorreremo tutta anche noi …?

Comunque fantasticando strade medioevali si arriva alla stazione di Capranica e dal passaggio a livello subito dopo Capranica scalo si entra per un sentiero segnato da un grosso masso. Quello è il passaggio per Narnia.

Diciamo che da qui si entra nel vecchio percorso della Ferrovia Civitavecchia Orte, il cui tronco Civitavecchia Capranica è chiuso dagli anni ’60.

Il tracciato è molto conosciuto dagli appassionati di bicletta. È piuttosto “pulito” e pianeggiante, ottimo per una scampagnata in bici fuori porta. Solitamente è attraversato da montain bike, ma conosciamo valorosi che l’hanno percorso con ruote da 25… mettendo in conto qualche foratura. Da segnalare dei vecchi tunnel, di cui il primo è piuttosto buio. La prima volta che ci siamo trovati questo tunnel nero del 1923 davanti agli occhi siamo stati mezz’ora a pensare se attraversarlo o meno. Non avevamo luci e quel buco si presentava piuttosto angosciante. È un’esperienza molto interessante quella di pedalare dentro i vecchi tunnel, così come è molto bello pedalare di notte in campagna. Passata l’ansia iniziale si apre un mondo.

Proseguendo sulla stradina si arriva a Barbarano. Poco prima, ormai avvolta dalla vegetazione e diroccata, c’è la vecchia stazione di Barbarano Romano – Vejano, nei pressi del bosco della Bandita. Arrivati all’altezza della cittadina si può decidere di uscire dalla vecchia ferrovia e andare a prendere un caffè in paese. Oppure proseguire verso Civitavecchia. Altrimenti da lì si può entrare nel Parco regionale naturale di Manturanum, come decidiamo di fare noi.

Quella di Manturanum è un’area di grande interesse sia storico, per la presenza dei resti Etruschi sia naturale e paesaggistico. Grazie alla scarsa presenza umana è un’area molto selvaggia, solitaria, suggestiva. Saranno le forre tufacee o l’alone di mistero che ancora ammanta l’affascinate popolo etrusco ma tutta quest’area è pervasa da una geografica sacra.

Sono molti gli animali selvatici che si possono incontrare e si pedala in un paesaggio che alterna colline, tratti pianeggianti e salite molto ripide ma mai troppo lunghe, circondate da una vegetazione rigogliosa. La strada che seguiamo solitamente attraversa il Parco e va in direzione Civitella Cesi. Ma è possibile perdersi nel Parco che riserva molti sentieri sia in direzione Vejano che intorno alla stessa Barbarano.

In questo tragitto verso Civitella si pedala senza troppa fatica. Simpaticissime sono le mandrie di vacche maremmane al pascolo. Le incontrate un pò ovunque, insieme a cavalli e qualche asino, soli compagni di questi luoghi. È il loro regno da Barbarano fino a Tolfa. Ciò che più emoziona, come si diceva sopra, è la scarsa presenza dell’uomo. È vero che siamo vicino Viterbo e a due passi da Roma ma questa zona è stata risparmiata dall’eccessiva cementificazione. È una delle poche aree del Lazio che ancora riserva l’esperienza di un contatto più diretto con la natura.

A noi forse piace proprio per questo.

Appena passata Civitella Cesi si gira a sinistra seguendo un cartello scritto a mano recante l’indicazione per il monte Casella. Qui la strada cambia parecchio. Le salite si fanno più frequenti, ripide e soprattutto sassose. Ci si immerge nella macchia selvatica e l’ascesa regala dei bei punti panoramici in direzione Tolfa. La zona è frequentata da allevatori e cacciatori. Proprio verso la sommità del monte Casella troviamo un allevamento di cani da caccia, unica presenza dell’uomo da queste parti.

La salita fino in cima è piuttosto faticosa. A tratti si scende e si spinge la bicicletta ma ciò dà la possibilità di fermarsi e guardarsi intorno e di lasciarsi confondere con la solitudine del luogo.

Conclusa la parte sassosa la strada arriva su uno sterrato più comodo (molto più comodo). Proseguendo sulla destra si arriva a Canale Monterano, attraverso un paesaggio collinare incantevole e attraversando un allevamento di vacche Maremmane. Nota importante qui si può fare rifornimento di acqua che dopo tutta la fatica non è cosa da poco. Da Canale poi le possibilità di rimanere su strade secondarie o bianche sono molteplici, sia in direzione Oriolo che Bracciano, ma ciò che noi suggeriamo è di rimanere un pò nella riserva naturale e visitare le rovine dell’antica Monterano. Da questa parte la natura un pò più tetra a impenetrabile la fa da padrone e forse si capisce bene anche l’origine del nome. Gli Etruschi avevano consacrato l’intera zona al dio degli inferi Manth, forse proprio portati dalla suggestione estetica e dalle frequenti pozze sulfuree.

Noi questa volta, avendo poco tempo, abbiamo preso a sinistra per Vejano. Svoltando a sinistra la strada scende e attraversa alcuni pascoli fino ad arrivare a un vecchio ed enorme fontanile. Da qui sia a sinistra che a destra le strade si ricongiungono verso l’abitato di Vejano. Consigliamo, se come noi siete partiti da Capranica, di ritornare verso la stazione tramite la strada Provinciale, asfaltata ma poco battuta dalle macchine, tanto che all’imbocco della strada un cartello consiglia di fare attenzione per i molti runners in allenamento. Da queste parti c’è la sorgente dell’acqua forte, segnalata sulla strada che avendo tempo merita una visita.

Insomma torniamo a casa con all’attivo una cinquantina di chilometri.

Questo giro, secondo noi è fattibile in diverse modalità. Tutto d’un fiato: ottimo per un allenamento in bici che comunque si presenta ricco di paesaggi e generoso nel dislivello (1000 m.). Senza fretta: fermandosi nei punti di maggiore interesse, che sono tanti, e lasciandosi prendere dalla natura che da queste parti ha un carattere particolare, tra i più belli della Regione. Come escursione se si prosegue verso Canale si allunga parecchio ma si evitano i tratti più ripidi. A noi piace, sempre che si abbia tempo, partire con il sacco a pelo, pedalare se possibile anche di notte (avendo le giuste luci è davvero affascinante) e magari allungare il giro ad anello verso bracciano o il lago di Bolsena o di Vico. Le possibilità sono tante e speriamo di raccontarvele un pò alla volta.


PS. Qui potete trovare i dettagli del giro scaricando il file GPX.

https://www.dropbox.com/s/2c1bvof18pbz3gk/Capranica_Civitella_Cesi_Vejano.gpx.xml?dl=0

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